Tacet
(2025)




“Congiungendo due punti silenziosi qualsiasi, si ottiene un angolo di rumore”
Geometria del silenzio, Primo assioma.

La prima rappresentazione meccanica del silenzio sono sei linee frastagliate che scompaiono nel bianco per poi ricomparire dritte e parallele come un pentagramma. È una registrazione sonora dell’attività dell’artiglieria sul fronte della Mosella, poco prima e poco dopo le 11:00 dell’11 novembre 1918. Sono tre secondi di guerra e tre secondi di pace, divisi dal cessate il fuoco dell’armistizio.

Sei linee che procedono attraverso il tempo sono anche gli interpreti di Tacet, sei strade lungo le rappresentazioni del silenzio che si intrecciano, si sovrappongono o procedono parallele, in balia della sincronicità teatrale.

Tacet è un coro di silenzi attorno a uno dei pochi riti laici che ci sono rimasti: il minuto di silenzio. È un museo di silenzi, un osservatorio di silenzi, dove il silenzio non c’è mai. È un sovrapporsi di vuoti mancati attraverso i numeri che ne scandiscono la durata, teso verso un gesto collettivo da compiere insieme agli spettatori.

Tacet è una cartografia del tempo, una partitura teatrale composta da quattro movimenti che giocano con il metronomo, alla ricerca di cosa significhi stare insieme in silenzio, dentro a un minuto, dentro a un teatro.




Testo vincitore Biennale College Autori 2024.

Scritto con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile, in collaborazione con Riccione Teatro e il Departamento de Artes Escénicas de la Universidad de Playa Ancha de Valparaíso, Cile.